martedì 26 febbraio 2008

La Sagrestia Nuova

La Sagrestia Nuova

a cura di Pietro Ruschi


elaborazioni digitali di Lodovico Mocenni e Francesca Romani






Da tempo gli studiosi si chiedono se la Sagrestia Nuova sia stata interamente costruita da Michelangelo o se invece, come sempre gli accadde, l'artista abbia completato una struttura preesistente. Sulla base di documenti noti e di rilievi e disegni in parte inediti si è ora potuto ricostruire il tessuto degli edifici circostanti demoliti nel secolo scorso e quindi accertare la presenza di strutture precedenti all'intervento di Michelangelo.


 È probabile, come suggeriscono alcune fonti, che il nucleo iniziale formato dalla cripta, da alcuni tratti di muri e dalla parete occidentale della Sagrestia, facesse parte di un incompiuto progetto di Giuliano da Sangallo. I lavori di completamento e di trasformazione della Sagrestia Nuova, avviati dal Maestro nel novembre del 1519, furono tuttavia rilevanti: essi riguardarono il completamento degli elevati e la realizzazione della cupola con la lanterna, oltre alla costruzione dell'intero corpo tergale formato dalla scarsella con i due vani laterali, in analogia con la Sagrestia Vecchia brunelleschiana. Pur adeguandosi a quel modello, Michelangelo inserì, in una sorta di progressione creativa, elementi in grado di trasformare il testo brunelleschiano in termini assolutamente moderni. Sul piano architettonico l’inserimento dell’ordine intermedio costituì uno strumento proporzionale in grado di ripartire lo spazio interno a favore dell’ordine inferiore destinato ad accogliere le tombe dei duchi Lorenzo e Giuliano de’ Medici. Seguì la realizzazione della cupola, resa funzionalmente indipendente dal telaio parietale in pietra serena e quindi in grado di assumere un’autonoma forma classica, derivata dal Pantheon. A tali soluzioni fece seguito l’inserimento delle finestre «a edicola» dell’ordine intermedio e, nei lunettoni soprastanti, di quelle prospettiche, inedite ma desunte anch’esse da modelli romani. La coinvolgente metamorfosi si completò attraverso l’inserimento nell’ordine inferiore di una sorta di articolato controtelaio parietale marmoreo, quale premessa sul piano formale e materico al ciclo plastico delle tombe ducali, straordinario e grandioso suggello dell’avvenuta sintesi fra architettura e scultura.

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